Cos’è lo smart working?
Oggi più che mai sentiamo parlare di “smart working” ma di cosa si tratta esattamente?
Lo “smart working” è il nuovo approccio al modo di lavorare all’interno di un’organizzazione, è un modello di rapporto di lavoro caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali che sfrutta la tecnologia degli strumenti digitali che permettono di abbattere le barriere fisiche dello spazio e del tempo.
Questa modalità di lavorare da remoto viene stabilita tramite un accordo tra dipendente e datore di lavoro.
Lavorare in modalità “smart” presuppone però un percorso di cambiamento culturale e un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali.
Molti imprenditori infatti ritengono che per applicare questa modalità di lavoro sia fondamentale adottare una cultura aziendale basata sulla fiducia, sull’autonomia, sulla responsabilità e sulla predisposizione al cambiamento.
È inoltre essenziale stabilire opportuni indicatori chiave di performance (KPI) per monitorare i risultati e gli obiettivi da raggiungere. In questo modo sarà possibile quantificare non solo i risultati aziendali ma anche quelli dello smart working stesso.
Perché scegliere lo smart working?
Il primo vantaggio riguarda la logistica: il lavoratore non deve più perdere tempo prezioso nel tragitto casa-lavoro, evita quindi di rimanere bloccato nel traffico e soprattutto riduce al minimo il rischio di fare incidenti per la fretta di recarsi in ufficio nuocendo alla propria salute e a quella degli altri.
Secondo, lo smart working permette un miglior equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Questo modello infatti garantisce una maggiore flessibilità, in quanto facilita tutti quei lavoratori con famiglia e figli ad essere più presenti, permettendo loro di prestare maggiore attenzione ai propri bambini, facendo conciliare gli impegni lavorativi con quelli genitoriali. Anche i giovani possono beneficiarne in quanto possono dedicare più tempo a fare altre attività, sentirsi maggiormente realizzati, felici e di conseguenza lavorare in modo più efficiente.
Il terzo beneficio è legato proprio all’aumento della propria produttività. Grazie infatti al passaggio del lavoro “per obiettivi” e non più a lavoro a “ore lavorate” e dal controllo alla fiducia tra capo e dipendente, i lavoratori si sentono più responsabilizzati e questo favorisce un miglioramento delle performance e degli obiettivi da raggiungere, influendo positivamente sulla motivazione e sulla soddisfazione dei dipendenti nei confronti del loro lavoro.
Quarto, adottando il modello dello smart working inevitabilmente si crea una distanza tra lavoratore agile e dinamiche di ufficio.
Questo, erroneamente, viene percepito come un lato negativo in quanto non favorisce lo scambio di idee con i colleghi. Fortunatamente però con la tecnologia di cui siamo tutti dotati è molto semplice superare questo ostacolo. Anzi, questo nuovo modo di lavorare ci permette di non essere distratti o disturbati inutilmente dai nostri colleghi.
L’ultimo aspetto positivo, ma non meno importante, è che ai lavoratori “agili “viene garantita parità di trattamento rispetto ai colleghi che operano in modalità tradizionale. È, quindi, prevista la tutela in caso di infortuni e malattie professionali.
In conclusione, scegliere lo smart working significa creare valore sia per il lavoratore sia all’azienda in quanto questa modalità di lavoro sceglie di mettere al centro dell’organizzazione la persona con lo scopo di far convergere i suoi obiettivi personali e professionali con quelli dell’azienda, facendola crescere e aumentandone la produttività. Tutto questo non deve ovviamente andare a discapito dell’ergonomia e della propria salute. Come spesso accade, infatti, poche sono le persone che ricreano, nella loro abitazione, una vera e propria postazione di lavoro smart, prediligendo invece postazioni improvvisate magari nel salotto di casa o nel tavolo da cucina utilizzando le classiche sedie a quattro gambe.
Nulla di più sbagliato per l’ergonomia, la postura e per la schiena, che a lungo andare potrebbe dar luogo a fastidiosi dolori e indolenzimenti, dovuti dall’avere assunto una posizione di lavoro scorretta e prolungata nel tempo.
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